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Venezia è considerata un nuovo modello turistico dopo il blocco COVID-19

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La crisi del Coronavirus sta spingendo le autorità del porto italiano di Venezia a riconsiderare il suo modello di turismo di massa.

Fino a 30 milioni di persone hanno visitato nel 2018. Ora, come tanti altri posti, la città è deserta.

“Siamo passati da un estremo all’altro”, ha spiegato Matteo Secchi dell’Associazione Venessia. “Qui, qualche mese fa, non potevamo nemmeno passarci l’un l’altro. Ora le strade sono vuote.”

C’è un certo fascino per i corsi d’acqua vuoti e le piazze, sebbene di natura lugubre. Ma è un incantesimo che ha un costo elevato per le imprese della città, soprattutto per coloro che guadagnano direttamente dal turismo.

La dipendenza della città dal turismo di massa significava che i veneziani raramente potevano salutarsi per strada.
Furono sopraffatti dai visitatori, molti dei quali arrivarono su vaste navi da crociera. Ora, secondo il vice sindaco della città Simone Venturini, potrebbe essere il momento di prendere in considerazione un modello più morbido, anche se ciò significa limitare fisicamente il numero di visitatori.

“Questa sarà un’opportunità per spostarsi verso un turismo intelligente. Con i turisti che si prendono il tempo per capire e allontanarsi dai tour frenetici di altre volte.”

Sarà una mossa difficile da fare, vista la dipendenza della città dal turismo, ma per ora, certamente, in circostanze terribili, le strade appartengono ai veneziani.

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