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Scalare l’Everest in barba ai cambiamenti climatici

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Gli scalatori veterani che osano sfidare l’everest da un pò di tempo evitano la salita dal lato nepalese della vetta più alta del mondo, perché il progressivo scioglimento del ghiaccio ha reso la famosa cascata del Khumbu troppo pericolosa.

Questa cascata è la prima vera prova di un alpinista: un tratto di ghiaccio infido di 760 iarde con crepacci che hanno causato la morte di circa un quarto di coloro che sono caduti sul lato nepalese della montagna, incluse 16 guide nepalesi nel 2014.

Gli scalatori esperti e soprattutto quelli occidentali preferiscono far puntare le loro spedizioni sul lato settentrionale della montagna regina del Tibet dato che l’aumento delle temperature e la presenza di scalatori meno esperti hanno reso la cascata più vulnerabile. La ricerca del Centro internazionale per lo sviluppo integrato della montagna mostra che il ghiacciaio del Khumbu si sta ritirando a una media di 65 metri all’anno, aumentando il rischio di valanghe.

Le guide alpine nepalesi – conosciute come Sherpa – effettuano il primo trekking attraverso la cascata ogni anno, installando funi e scale e portando attrezzi prima che i primi scalatori inizino a viaggiare attraverso i ghiacci sulle piste di ambientamento in aprile e maggio. Negli anni passati, gli scalatori avrebbero dovuto attraversare il ghiacciaio due o tre volte, ma ora molti hanno tagliato indietro, passando per altri picchi più sicuri con altezze simili per il loro primo allenamento.

Quest’anno, gli “icefall doctors” – come vengono chiamati gli Sherpa – sostengonoo di aver costruito un passaggio sicuro, con meno scale rispetto agli anni precedenti e quasi nessuna caratteristica complessa da scalare e attraversare. L’affermazione tuttavia non convince molti veterani.

“Anche se le guide lo definiscono un percorso incredibilmente sicuro quest’anno, ci sono stati comunque diversi casi di feriti, ha affermato l’alpinista Adrian Ballinger, che ha guidato una spedizione sul versante tibetano della montagna quest’anno a causa di problemi di sicurezza, che però poi si è ritirata a causa di un malfunzionamento delle attrezzature.

Ballinger suggerisce di utilizzare un elicottero per traghettare gli scalatori e le provviste sul primo campo (Campo 1), per migliorare la sicurezza, così come si fa su altre cime come  ad esempio quella del monte Cook in Nuova Zelanda.

Un forte aumento del numero di “scalatori per hobby” che aspirano a scalare l’Everest si continua a registrare negli ultimi ani e questa loro presenza fa incrementare il rischio complessivo fino al 99%, come afferma Messner, il noto scalatore italiano che è stato il primo a salire sull’Everest senza ossigeno supplementare: “Il Monte Everest è diventato un percorso di trekking, non un luogo per l’alpinismo” ha affermato sconsolato.

Dal 2013, il governo del Nepal emette circa 300 permessi stranieri ogni anno, il che significa che, con guide e portatori, le piste dell’Everest sono affollate di circa 800 persone ogni anno. L’anno scorso, le autorità nepalesi hanno ottenuto 375 permessi di ascensione il che ha costituito il record assoluto- il massimo registrato a partire dal lontano dal 1953.

Sebbene i tentativi di conquistare l’Everest dalla parte tibetana iniziarono nel 1924, una squadra cinese fece il primo summit il 25 maggio del 1960 e la montagna fu chiusa agli scalatori stranieri dal 1950 fino al 1980.

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